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Continuità
Educativa
e Didattica
Dalla scuola dell’infanzia alla scuola primaria.
Il significato etimologico di “Continuità” che indica il “tenere insieme”, sottolinea il valore pedagogico che questo assume nei percorsi di crescita e di formazione, non soltanto dei bambini e delle bambine, dei ragazzi e delle ragazze, ma anche di tutti gli adulti che ne sono coinvolti.
La continuità educativa e didattica tra i diversi ordini di scuola è un requisito essenziale per un’azione educativa attenta ai bisogni dei bambini e ragazzi; essa promuove un’attitudine a sapersi integrare, a fare connessioni, a costruire significati, a trovare senso e relazioni di coerenza nelle cose della vita e del mondo. Gli educatori che partecipano alla realizzazione del percorso di continuità sostengono bambini e ragazzi nella loro crescita affinché possano costruire la propria conoscenza e imparino ad affrontare ciò che per loro è incerto.
Continuità significa considerare il percorso formativo secondo una logica di sviluppo progressivo che valorizzi le competenze acquisite riconoscendo la specificità di ciascuno.
L’ “Istituto San Gaspare”, avendo al suo interno una scuola dell’infanzia e una scuola primaria, offre la possibilità di attuare forme di continuità verticale in cui si trovino coinvolti bambini, ragazzi, insegnanti e genitori nella qualificazione e nella valorizzazione di un percorso unitario che possa favorire il passaggio da un ordine scolastico all’altro.
La progettazione educativo – didattica deve svolgersi dunque nell’ottica di una visione unitaria del percorso formativo ed in vista della formazione della singola persona.
Dal punto di vista didattico, infatti, la coerenza di una “azione educativa” si esprime nella capacità di comunicare risposte adeguate ai bisogni conoscitivi, creativi e umani dello studente, a seconda delle varie fasi della sua vita personale, e nell’assicurare la continuità del processo educativo, evitando ripetizioni e frammentazioni.
Il tutto viene poi strutturato con la flessibilità del modello organizzativo permesso dall’autonomia didattica ed organizzativa di cui al Dpr. 275/99 ed in particolare dall’articolo 8 relativo all’adattamento fino al 15% di tutti i vincoli dettati nelle Indicazioni Nazionali.
Consapevoli dell’importanza di quanto sopra trattato sono previsti i seguenti progetti di continuità:
- progetto in cui l’insegnante prevalente della classe quinta primaria svolge alcune attività con i bambini dell’ultimo anno della scuola dell’infanzia
- progetto in cui l’insegnante di inglese della scuola primaria un giorno a settimana per tutto l’anno svolge una attività con i bambini dell’ultimo anno della scuola dell’infanzia Impostazione metodologica.
Impostazione metodologica
Le esperienze vissute ogni giorno sono condivise dall’educatore, così che il bambino della scuola dell’infanzia possa essere indotto ad interagire con esse, utilizzando al meglio le proprie risorse.
Per questo, anche il docente non è chiamato solo a programmare delle risposte a delle domande, ma soprattutto a vivere l’avventura dell’impatto con una persona diversa dall’adulto che può dare risposte impreviste, dalle quali l’insegnante stesso non può prescindere per definire il passo successivo.
Il bambino e il ragazzo, con la curiosità e la voglia di conoscere ed imparare, proprie delle varie età, sono aiutati a guardare all’insegnante non come ad un modello da imitare, ma come punto di riferimento, di stimolo e di verifica di tutte le acquisizioni e sono invitati a partecipare attivamente a tutte le proposte della scuola.
Il bambino protagonista attivo della propria educazione
A chi sceglie di frequentare la scuola viene richiesto non la condivisione a priori di un lavoro e una proposta, ma la serietà nel verificarla. Il bambino è infatti il protagonista della propria formazione.
Come membro della comunità educante, egli partecipa attivamente al suo cammino formativo, secondo i modi più idonei alla sua età. Sperimenta i valori dell’amicizia, del dialogo e della socialità; instaura rapporti sempre più allargati che gli consentono di fare esperienze di condivisione e fraternità; si apre gradualmente all’accoglienza della diversità dell’altro.
Gli insegnanti, animatori dell’azione educativa
I docenti concepiscono la propria funzione come impegno prima di tutto personale, come avventura educativa nella quale, mettendo in gioco sé con la vita dei propri alunni, fanno sì che il loro compito non si esaurisca nel fornire semplici nozioni/informazioni.
Gli insegnanti educano a partire da una proposta chiara che si presenta come ipotesi educativa verificabile.
Il collegio dei docenti, con le specifiche competenze professionali e con la creatività di ogni singolo insegnante, vive il proprio compito educativo in unità di intenti e di azione, realizzando un clima di amicizia e di accoglienza.
Gli insegnanti integrano, con la loro opera, l’azione educativa dei genitori. Ad essi è richiesto:
- di vivere la passione educativa come scelta;
- la disponibilità ad attuare il ruolo educativo secondo lo stile proprio della scuola;
- le competenze professionali di tipo culturale, didattico, organizzativo, all’interno delle quali acquista particolare importanza la capacità di progettazione personale e collegiale.
I genitori primi educatori e corresponsabili con la scuola
I genitori sono i primi responsabili dell’educazione dei figli. La scuola si pone come strumento pedagogico che affianca la famiglia nel compito educativo.
La famiglia è tenuta a partecipare all’attività scolastica, aderendo alla proposta educativa della scuola e collaborando alla realizzazione del suo progetto.
Ad essa è richiesto di conoscere e condividere i principi di fondo di questo documento per evitare qualsiasi frattura tra l’intento scolastico e quello familiare.